mercoledì 24 giugno 2009

Stelle senza lato


Non parlare di Brigitta Rossetti, non guardarne le opere, non intenderne la carica evocativa e la sapienza, sarebbe un limite grave e certamente una privazione di cui non saremmo facilmente compensati. Non soltanto per ciò che ci sarebbe sottratto, ma anche per ciò che dovremmo subire in cambio, di inutile, di pretenzioso, di velleitario. Brigitta Rossetti è artista e poetessa piena di idee, una impareggiabile inventrice per sé e per gli altri, che mi viene spontaneo immaginare solitaria in una vasta campagna ricoperta di neve, incamminata per la collina su cui è posta la sua arca, un luogo caldo in cui riposarsi, rif ugiarsi, continuare a dipingere i sogni, popolati di figure alate che volano verso mondi lontani; sopra una terra inaridita, pietrificata, marmorizzata. Ora, uno dei compiti dell’arte di Brigitta Rossetti è di rappresentare non ciò che è fuori o oltre la realtà, ma ciò che della realtà è sopito dentro di noi. Un fantasma, un desiderio, un attimo di felicità o di terrore, una gioia, un tormento. Io vedo la Rossetti come un Mirò festoso, la vedo attenta ai desideri e alle gioie, con quel suo tocco impalpabile e liquido, così provvista di una inclinazione alla favola, come territorio sicuro, di fuga, ma senza neppure troppe illusioni. Vedo nelle sue opere un mondo che trova in se stesso le proprie ragioni, senza dover illustrare nulla. Ciò che mi stupisce in questa artista sublime è che le sue storie non sono storie come se non ci fosse un testo da illustrare, un racconto, ma l’ordine del discorso figurativo sembra alludere a un testo, a una nota e riconoscibile vicenda. Non c’è; c’è l’immaginazione pura chiamata a costruire episodi che alludono a un racconto. Non c’è il sogno, in Rossetti, ma l’invenzione del sogno, e questo la fa appartata e naturalmente nuova anche rispetto ai maestri cui ella ha più guardato. Come se pensasse ai suoi dipinti come fossero illustrazioni per un ipotetico calendario dei sogni, un personaggio per ogni notte e una notte per ogni personaggio. Sogni mai realizzati, forse anche mai sognati. E dipingendo si racconta sempre qualcosa. E il racconto le nasce sotto la mano, man mano che dipinge. Sul percorso del racconto si imbatte in elementi di riferimento che fissa e poi va oltre sviluppando. Ma per salvare la magia e la tensione del racconto lascia sempre allo spettatore la possibilità di integrare a suo modo gli elementi che gli presenta. Brigitta Rossetti ha perfettamente inteso che l’arte può limitarsi a suggerire, e talvolta crescere sul già espresso. Andrea Diprè


Il catalogo è stato protagonista delle mostre di:
- Museo Flavio Roma di Genova
- Centro Arte Moderna di Pisa
http://www.youtube.com/watch?v=0MCiYnCRKL8
- Galleria il Bracolo di Roma
- Galleria Lovetti di Ferrara
- Galleria Alcatraz di Hallein

venerdì 19 giugno 2009

Artista e poetessa





I simboli e le lettere dello Yin e dello Yang, unitamente alle melodie suonate con il ti-tzu, un flauto di bambù, e lo yangqin, una sorta di salterio, accoglievano il visitatore nell’ultima sala del Museo Flavio Roma di Villa Serra, nell’antico borgo di Sant’Olcese a Genova.Qui, nel bianco e nel nero che connota tutta l’esposizione, si è pervasi dall’energia che la pittura di Brigitta Rossetti emana; un bianco e nero che riporta all’essenzialità delle forme, all’equilibrio tra i tempi della vita. L’uso quasi monocromo del colore, con i due opposti bianco-nero che si rincorrono, contribuisce ad esaltare attimi di sospensione rappresentati nelle mille tonalità del grigio che spesso risultano essere indefinite ma che qui mettono invece in luce tutta la forza espressiva dell’artista, raccontando una realtà nascosta dietro e dentro alle cose, una sorta di visione dell’invisibile.In quello spazio indefinito, dipinto su fogli di carta spessa, trovano la libertà ali di farfalle, pezzettini di carta che fluttuano silenziosi nell’aria, ombre e luci che raccontano il percorso evolutivo dell’inconscio e della vita dell’uomo e delle cose.Tra questi dipinti sembra di camminare sospesi tra aria e acqua, “con gli occhi nel mare, per volgersi verso Nippon, il luogo dove nasce il sole”; sta qui, sta nella magica terra d’Oriente l’origine di quei moti dell’anima Leonardeschi che hanno portato Brigitta Rossetti a raccontarsi, attraverso i suoi quadri e attraverso le sue poesie, entrambi raccolti nel catalogo “Stelle senza lato”.Non è facile, in un periodo in cui ci si rinchiude al mondo cercando sicurezze in maniera esasperante, saper mettere davanti agli occhi di tutti interiorità, armonia, bellezza. Le opere di Brigitta Rossetti riescono invece ad essere proprio questo: sanno dimostrare che, anche nei momenti più bui della vita di ognuno, sia esso uomo o farfalla, c’è un fascio di luce bianca che racconta un mondo che va avanti, c’è un’anima che si libera dal male, ci sono stelle senza lato che vogliono brillare, festose.
Luigi Franchi