martedì 2 novembre 2010

PROPOSTE CONTEMPORANEE PER COLLEZIONISTI IN ERBA

PROPOSTE CONTEMPORANEE PER COLLEZIONISTI IN ERBA
a cura di Adelinda Allegretti
Museo Civico, Pal. Gottifredo – Alatri (FR)
Dal 6 novembre 2010 al 7 gennaio 2011
Orari: 9,30-12,30/15-18; chiuso lunedì
INAUGURAZIONE E CONFERENZA STAMPA SABATO 6 NOVEMBRE ORE 11

Inaugurerà sabato 6 novembre, alle ore 11, la mostra dal titolo “Proposte contemporanee per collezionisti in erba”, a cura di Adelinda Allegretti, che vede riuniti lavori di 28 artisti provenienti da diversi Paesi europei, cui si aggiungono opere di alcuni grandi Maestri del XX secolo (Alexander Calder, Marc Chagall, Alberto Giacometti, Marino Marini, Henri Matisse, Pablo Picasso, Andy Warhol). L’esposizione rimarrà aperta sino al prossimo 7 gennaio 2011.

Testo tratto dal catalogo:
«Quando mi si è paventata la prospettiva di organizzare una mostra presso il Museo Civico di Alatri, ho dovuto pensare a che tipo di esposizione proporre. Non conoscevo Alatri, né tantomeno gli interessi dei suoi abitanti, ma a giudicare dall’attività attenta e costante della biblioteca e dalla nutrita programmazione di eventi ed appuntamenti culturali, ne ho dedotto che il modo migliore per “fare le presentazioni” fosse quello di offrire una grande mostra-contenitore, in cui mescolare stili e contenuti, nazionalità e punti di vista, in modo tale da permettere ad ogni alatrese di ritrovarvi qualcosa che potesse stuzzicarne la curiosità ed il gusto artistico.
Questa idea di offrire tanti prodotti diversi l’uno dall’altro, quasi come in una Fiera d’arte contemporanea, mi ha dato inoltre lo spunto per affrontare una questione con cui non tanto il circuito museale italiano, quanto quello delle gallerie private, prima o poi, dovrà fare i conti, ovvero la scarsissima frequentazione da parte dei giovani e delle famiglie.
“Proposte contemporanee per collezionisti in erba” vuole essere, nella sostanza, un invito ad osare. A differenza di quanto accade nel Nord Europa, in cui le famiglie, spesso con numerosa prole al seguito, sono assidue visitatrici di gallerie private, in Italia ciò non avviene. Perché? Fondamentalmente perché credo che noi non abbiamo abbastanza educazione visiva all’arte contemporanea, che ci illudiamo di conoscere alla perfezione Caravaggio ma non sapremmo da dove cominciare per leggere e decodificare un’opera di Merz, figurarsi la ricerca di un artista vivente che probabilmente alcun manuale citerà mai. Abbiamo la malsana attitudine di vivere l’arte esclusivamente come un evento élitario, fatto di vernissage a numero chiuso e pedanti disquisizioni concettuali. L’arte è “anche” questo, ma non “solo” questo. L’arte è anche divertimento, è spunto di riflessione, è convivialità, è curiosità, è un’esperienza che non si ripete mai nello stesso modo, ma che cambia a seconda di un’incredibile quantità di variabili: di che umore siamo, se siamo da soli o in compagnia, se piove o c’è il sole, se c’è molta gente attorno a noi o pochi altri visitatori, se siamo di fretta o con la prospettiva di poterci soffermare tutto il tempo che vogliamo davanti ad un’opera, e così via all’infinito.
L’arte non è per pochi eletti, ma per chiunque abbia la volontà e l’interesse di fare un primo passo, di andarle incontro. E potremmo persino correre il rischio di innamorarci di lei.
A quel punto dovranno trascinarci via a forza da Musei e gallerie. Non mi prefiggo ciò con la mia mostra -sarei una pazza-, ma instillare un po’ di curiosità e far venire la voglia di varcare una soglia museale, sì. Allora potremmo persino scoprire che spesso un poster costa più di una litografia originale di un Maestro del Novecento, e che un “dipinto” dozzinale, fatto in serie e venduto nei supermercati dell’arredamento, non eguaglierà mai l’unicità di una fotografia, di un quadro o di una scultura realizzate da “artisti veri”.
Mi auguro che questa mostra dia un piccolo imput affinché insospettabili visitatori, magari poco avvezzi all’arte contemporanea o completamente digiuni di qualsivoglia nozione storico-critica, inizino a guardare con occhi nuovi non tanto le opere esposte, quanto se stessi. Perché la verità è che chiunque di noi può diventare collezionista. Collezionista non si nasce, lo si diventa. In genere si comincia per caso, acquistando il pezzo più piccolo disponibile sul mercato di quel determinato artista che, chissà perché, ci piace o ci incuriosisce tanto, o semplicemente perché quell’opera starebbe divinamente in soggiorno. Tutto qui. Non bisogna certo avere una laurea in Storia dell’Arte per capire cosa ci piace; soprattutto, in Arte non ci sono gusti sbagliati.
E per aiutare nella scelta il visitatore, potenziale futuro collezionista, ho selezionato nomi da manuale (Alexander Calder, Marc Chagall, Alberto Giacometti, Marino Marini, Henri Matisse, Pablo Picasso, Andy Warhol) ai quali si aggiungono altri artisti certamente meno noti, ma tutti accomunati da un unico, solo, filo conduttore: la straordinaria bravura. Provengono da contesti culturali diversi tra loro: Germania (Simone Ari, Jörg Bollin, Petra von Kazinyan), Spagna (Guadalupe Luceño, Juan Ángel Gómez González e Silvia Gómez González, omonimi. Solo una coincidenza), Austria (Inge Mair), Olanda (Wim Adema), Francia (Joseph Virgone), ma anche Stati Uniti (Susannah Martin), Colombia (Cristina Rodriguez) e Messico (Guillermina Rivera Hernandez – GUIKNI). A questi, ovviamente, si aggiungono artisti italiani: Laura Bottaro, Daniela Cappiello, LeoNilde Carabba, Laura Del Vecchio, Alfredo Di Bacco, Sabrina Faustini (l’unica alatrese selezionata), Paola Ferraris, Eleonora Fossati, Annamaria Gagliardi, Marco Marcarelli, Rocco Pellegrini, Ivano Petrucci, Angela Policastro, Brigitta Rossetti, Sandra Sfodera, Roberto Tigelli.
Ciascuno di loro avrà una sua storia da raccontare, e lo farà catturando la nostra attenzione con la vivacità cromatica o con la raffinata eleganza di una ristretta tavolozza, con la bravura del ritratto o con la perfezione anatomica, con l’omaggio al passato o la spietata critica alla società moderna, con una pennellata attenta al particolare o gestuale.»
Adelinda Allegretti

venerdì 29 ottobre 2010

Museo Civico di Alatri

Relais Cascina Scottina- Piacenza

Lungo le scale della vita
L'istallazione nasce come accompagnamento fisico ed emotivo alla forza dell'amore, della passione e al
misterro della creazione e della nascita.
Trenta opere in formato 20x20 e 20x25, una per ogni gradino, a seguire due rampe di scale dell Silos degli
Sposi che porta al letto matrimoniale del Relais Cascina Scottina.
Ogni quadro contiene un messaggio che intuitivamente si avvicina al momento storico di chi lo osserva e
lo predilige; basta sceglierne uno, come una carta da un mazzo.
Da OVULAZIONE, opera che si snoda nelle tonalità ocra e bianco, dove si appresta il miracolo nel
momento perfetto, si passa salendo di un gradino a CERCHI DI LUCE dove petali o ali di farfalla disegnano
presenze d'Oltremondo nell'aria. Un grumo denso di sangue scolpisce la sagoma di un CORDONE
OMBELICALE, mentre il legame tra madre e figlio va ben oltre la carnalità.
PEZZI DI VETRO ricorda che il valore di un'unione è dato anche dal saper rimettere insieme i pezzi di
vetro, senza ombre di mediocrità.
Salendo ancora la seconda rampa di scale incontriamo COMUNIONE, l'ostia dell'uomo e della donna
benedetta da un Dio nuovo e comprensivo, dove la tinta pistacchio si fonde al bianco latte, simbolo
del perdono.
In ANIME GEMELLE due fiocchi di neve ondeggiano simultaneamente dallo stesso cielo e in SERENATA
ascoltiamo le note di un richiamo melanconico all'amore da parte di chi è solo nella notte.
DEVE SOLO PASSARE UN ALTRO GIORNO ci riporta al grigio della Fatica che regge la mole
nelle grandi imprese, come un occhio chiuso sul mondo nell'attesa che arrivi il domani e LA SPOSA SI
PETTINA I CAPELLI, suggerisce, per contrappunto, l'attesa eccitante di una giovane donna mentre si
pettina i lunghi capelli in attesa di consumare la notte con lo sposo.
Ogni opera è uno specchio che riflette l'Uomo nella sua essenza, l'uomo di fronte a se stesso e
contemporaneamente anche una finestra aperta sull'Altro, desiderato, contemplato ed amato.
Ogni quadro è una carta che si sottrae al gioco d'amore per essere immortalata nella sua ragione d'esistere.
Eternità e fugacità, nel senso più primitivo e oltre la vita rimangono vivi a dipingere le pareti mutevoli
della nostra esistenza, in una lotta che si colora ora di giallo, ora di bianco di nero e di rosso, così come la
Luce, la Purezza, il Mistero e la Passione.
Un augurio di pace e amore
Brigitta Rossetti

Sala delle Colonne Castello Reale del Valentino

venerdì 17 settembre 2010

martedì 29 giugno 2010

Berlin Gone Wild

MARZIA FROZEN
Presents

BERLIN GONE WILD
curated by Javier RAMIREX

Opening Reception: SATURDAY July 10th 18 - 24 Uhr

July 10 - August 8, 2010

Valentina AZZINI - Menno BAUER - Luigi GIAGNORIO - Carlos LEON XJIMENEZ - Charlotte HOLM

Henry KLEINE - Ari LIIMATAINEN - Rodolfo LOSANI - Bernhard MAGER - Anne MARECHAL - Elena NEPI - Ellen PIECK - Natasha PRADHAN

Javier RAMIREX - Brigitta ROSSETTI - Eric ROBIN - Ilaria SAETTI - Anna Nwaada WEBER - Tian Tian WANG

MARZIA FROZEN
Landsberger Allee 54
10249 Berlin, GERMANY
Tel: +49 (0) 176 686 38384
www.marziafrozen.com

"I do not know with what weapons World War III will be fought, but World War IV will be fought with sticks and stones"

Albert Einstein

Marzia Frozen is pleased to announce an international group exhibition of a new generation of artists working today. This will be a group exhibition at MARZIA FROZEN in Berlin, and will feature a selection of paintings, sculptures, photographs, performances and videos.
Berlin in 2010 suffers the gentrification, a lot of changes in Mitte, Kreuzberg, Neukölln and Friedrichshain. The end of civilization either through nuclear war, plague or some other general disaster is coming soon. Also Mayan predicted changes on December 21 of 2012, when the Mother Alien spaceship will be on Berlin Tempelhof Airport, with the goal of conquers the earth. They start to spread a genetically modified virus wipes out the entire population except for the protagonist and a small group of humans that were also genetically modified. A series of flashbacks depicting a world dominated by biocorporations explains the events leading up to the apocalypse.
"Solar Cycle 24 will change the sun-driven rain water evaporation cycles in the oceans and the climate oscillated from hot-to-cold extremes initially seeking to restore balance in the biosphere-until triggering an unforeseen Ice Age. The earth will too toxic to maintain life in large numbers and had to be put to sleep. The Gulf of Mexico oil well blowouts fed into the Atlantic Ocean by the loop current conveyor belt synergistically combined with a series of volcanic eruptions in Iceland and on the Ring of Fire in the Pacific Ocean. The sleeping gases will be graciously released at once when the volcanoes detonated simultaneously during the 45 degree pole shift. This runaway climate catastrophe will exacerbate the bee colony collapse disorder, and along with GM (genetically-modified) seeds circumvented the natural seasonal pollination cycles of flowers, fruits and vegetables. The atmosphere will became acidic and kill the plankton in freshwater lakes and saltwater seas and the mushroom fungi network on land. These critical microorganisms will be necessary to sustain oxygen in the food chain and then the crops-and civilization-failed: the population-at-large will succumbe to oxygen-nutrient depletion, starvation."

Time of Death: 11:11AM, UT on December 21, 2012.

Our lost civilization will be completely out-of-balance and had overlooked the basics of spiritual lifestyles: clean air, pure water, and organic food and its significance in cleaning and clearing the chakras -- our light body "double." That is, our species will be destroy the elemental links in the chain of being and suffer the consequences of arrogance and unpreparedness for the climate shift of the ages from global warming to cooling, the volcanic eruptions and the corresponding sulfuric toxicity of the rains in era-2012.
This oversight led to wholesale starvation because there will be nothing to sell in the retail seafood, fruit and vegetable produce markets anymore. The Netherlands coastlines will be underwater, farmers' fields will still clogged with ashes in all Europe and our horn of plenty will be suddenly very empty.
Why did we not begin an immediate effort to build commercial greenhouses with solar and wind-powered generators in every major city worldwide? We could have easily made lawns in the city parks, for example, available for local citizens to grow gardens and share the produce with each other. It would have had a positive impact psychologically as well as physically if we also added Tai Chi exercises, sunrise-sunset meditations, and health education classes within community wellness context group gatherings. Public officials would have benefited with votes of confidence from constituents for their visionary preparations for earth changes-to-come instead of the reactionary panic that followed in the metropolitans.
Specifically, for the record, it was noted that Gaia had created human beings with hypersensitive, complex central nervous systems to in fact be the central pain centers of Mother Earth in order to monitor its wellbeing. The big idea was to evolve a new super hominid species out of all the other life forms-animals, plants, minerals-so it that it could see and feel the climate changes and help circumvent the next regular as clockwork Ice Age cycle with its cerebral cortex designed to envision new green technologies. Then with its opposing thumbs it could build the tools needed to restore the Garden of Eden. Even though this capacity was a two-edged sword, the greatest gift and potential curse, to Gaia for if we failed to awaken-in-time and perform our life-enhancing function, the consequences would be fatal to us.
Unfortunately, that is what happened: we served only ourselves and now there would be no bountiful harvests from amber waves of grain: no gain from our painstaking attempts to control nature with our chemical agricultural arsenals. No feasts or holidays, rather meager meals, but thanksgiving did, however, continue for those that remained alive one more day, and long cold night without utilities. Yet the world had been cleansed and purified by the ensuing solar storms and pole shift: it was a beautiful sight to behold, albeit the results left a barren landscape.
The good times were behind us and we did it to ourselves: no one was to blame. Even if culprits to this chaos could be identified, they were dead. The bullets and bunkers and bank holdings did not save them for long. These previous symbols of wealth proved totally worthless and non-negotiable for the one thing they couldn't buy from the hard-working, country-dwelling, "pagans": food.
How did we let this happen? We ignored the warnings from the mystics, prophets, and shamans, as well as our own federal agencies as Andrew Hough reported on June 14, 2010:
"... Senior space agency scientists believe the Earth will be hit with unprecedented levels of magnetic energy from solar flares after the Sun wakes "from a deep slumber" sometime around 2013, The Daily Telegraph can disclose.
In a new warning, NASA said the super storm would hit like "a bolt of lightning" and could cause catastrophic consequences for the world's health, emergency services and national security unless precautions are taken.
Scientists believe it could damage everything from emergency services' systems, hospital equipment, banking systems and air traffic control devices, through to "everyday" items such as home computers, iPhones and Sat Navs.
Due to humans' heavy reliance on electronic devices, which are sensitive to magnetic energy, the storm could leave a multi-billion pound damage bill and "potentially devastating" problems for governments.
"We know it is coming but we don't know how bad it is going to be,"Dr Richard Fisher, the director of NASA's Heliophysics Division, said in an interview with The Daily Telegraph.
"It will disrupt communication devices such as satellites and car navigations, air travel, the banking system, our computers, everything that is electronic. It will cause major problems for the world. ..."
To compound our crises, we continued to consume our natural resources at an unsustainable rate of renewal in pursuit of "shiny objects." The gold, silver, oil, timber and related consumer goods produced from our weapons of mass manufacturing mesmerized all of us and thus we were thinned-out, like weeds, by the Sun to restore the "magnetic" viability of the remaining ecosystem.
In the end, we became more trouble than we were worth. Although the ultimate cause of our civilization's collapse was not the galactic-sun-earth changes alone but the inability to adapt to the challenges fast enough. It was our addiction to pleasure and painkillers that slowed reflexes to the warning signals that sealed our fate for we did not sense the need to cooperate nationally and internationally to reduce our military-industrial complex footprint on nature in time.

We chopped down The World Tree -- and it fell on us.
--
MARZIA FROZEN
Presents

martedì 27 aprile 2010

Museo Civico d'arte Moderna - Premiazione Guglielmo II

Brigitta Rossetti, Comune di Monreale, Palermo, Premiazione Guglielmo II Da sinistra: Anna Francesca Biondolillo e Paolo Levi Conferimento Premio Guglielmo II, a cura di Anna Francesca Biondolillo Museo Civico d'Arte Moderna, Giuseppe Sciortino, Monreale, Palermo, Mostra inaugurata da Paolo Levi

venerdì 23 aprile 2010

mercoledì 7 aprile 2010

mercoledì 24 marzo 2010

venerdì 19 febbraio 2010

Museo a Grazzano Visconti inaugura con Brigitta Rossetti


Un viaggio nella memoria

Può sorprendere che un’artista, il cui futuro è inevitabilmente proiettato in una dimensione internazionale, introduca nella sua carriera un ciclo di opere legate alla storia locale. Ma non in questo caso che invece esprime al meglio la matrice che sta alla base del lavoro di Brigitta Rossetti: il luogo.
Nei quadri che accompagnano la felice intuizione di Stefano Frontini di dar vita, attraverso opere in cera, ad un museo della storia piacentina coniugandolo all’arte contemporanea, ritroviamo il lucido legame che Brigitta ha con i luoghi in cui ama lavorare.
Sono luoghi in cui il silenzio si fa potente, lascia parlare il vento e le nuvole, lascia alla forza della terra affermare i cicli della vita, fa del ricordo e dell’immaginazione una costante.
Un’identità che si legge nel ciclo dei “guerrieri” che Brigitta ha realizzato dove i volti sono appena accennati nella loro grazia, i corpi che si fanno possenti sembrano gonfiati dal vento, i tratti e i colori riportano alla terra, luogo d’origine della vita in tutte le sue forme.
In alcune di queste opere si ritrovano segni che richiamano le prime pitture paleolitiche di Lascaux, fatte dall’uomo circa 15.000 anni fa. Non è immutabilità ma conferma che alla terra, alla forza della natura, alla potenza espressiva dell’uomo va riconosciuto sempre e comunque un valore, che Brigitta Rossetti porta dentro.
In questo ciclo pittorico diventa evidente come l’uomo, un popolo continuino a vivere anche dopo la loro stessa vita, il loro percorso storico; questo avviene quando la loro forza lascia il segno, trasformandosi in mito e idea, che si fanno memoria.
Questa è il vero punto di forza del connubio tra le opere di Brigitta Rossetti e il museo che le ospita. E’ un viaggio nella memoria, quella antica che bisogna proteggere, che non si può disperdere, che ci ricorda il nostro ruolo qui, su questa terra.
Le opere oggetto di questa ricerca presentano un contenuto prepotentemente atmosferico, dove una forza di gravità soprannaturale tiene sospeso un messaggio, come se l’affermazione di Leonardo da Vinci che “il pittore è padrone di tutte le cose” qui trovasse il suo preciso riscontro.
L’artista domina i suoi guerrieri, li veste con i colori della terra, gli infonde, pulsante, l’energia positiva del messaggio che gli vuole affidare: dalla terra si raccoglie energia, voglia di vita, e alla terra dobbiamo guardare se vogliamo che il mondo, tutto il mondo torni ad essere un mondo migliore.

Luigi Franchi

venerdì 12 febbraio 2010

martedì 2 febbraio 2010

La forma e il sogno - Praga, dal 4 al 28 febbraio 2010

ITALIA ARTE PRESENTA LA MOSTRA
“LA FORMA E IL SOGNO”
4 - 28 febbraio 2010
GALLERIA BREHOVA - PRAGA
CON IL PATROCINIO DELL’ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI PRAGA
MAIN SPONSOR: GEODIS WILSON ITALIA S.P.A.

L’Associazione Culturale Galleria Folco e la rivista mensile “Italia Arte, il meglio della cultura e del Made in Italy”, con il Patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Praga, organizzano la mostra “La forma e il sogno”, dal 4 al 28 febbraio 2010 nei prestigiosi spazi della Galleria Brehova, situata a Praga 1, quartiere storico della capitale della Repubblica Ceca, situata nella zona monumentale del medioevale Ponte Carlo, del Cimitero ebraico, della Filarmonica Nazionale e dei principali tesori architettonici e storici cittadini.
LA MOSTRA
La mostra presenterà una selezione di pittori e scultori contemporanei, proseguendo il percorso ormai pluriennale di collaborazione e scambio culturale e artistico tra Italia e Repubblica Ceca, organizzato e promosso da “Italia Arte”. Gli artisti presenti in mostra saranno Adriana Isabel Acquisto, Guido Botta, Marinella Carubelli della Galleria Cassiopea di Roma, Vincenzo Chiazza, Daniele Fortuna, Koichi Hasegawa, Beppe Madaudo, Adriana Pellegro, Brigitta Rossetti, Antonio Saporito, Giuseppe Sinesi e Giorgio Turchetti della Galleria Cassiopea di Roma.

ADRIANA ISABEL ACQUISTO: è scultrice raffinata e intensa. Originaria di Rosario, Argentina, è in Italia da molti anni e ha partecipato a mostre internazionali di rilievo. Le sue tematiche principali riguardano la società, l’uomo e l’ambiente, specchiati in volti e forme di inusuale potenza espressiva e di forte simbolismo.
GUIDO BOTTA: l’artista è il Maestro delle Langhe piemontesi, ma non solo. Nelle sue opere, curate dall’Associazione Culturale Guido Botta, presieduta dalla Dottoressa Anna Giulia Sacchi, trovano risalto paesaggi e atmosfere della sua terra, ma anche soggetti e personaggi tipici delle sue ambientazioni intime e private, rese con dolcezza e tocco personalissimo. Anche grande interprete dell’acquerello, Guido Botta utilizza il colore e la luce come forma costruttiva e dinamica.
MARINELLA CARUBELLI: artista della Galleria Cassiopea di Roma, vede il mondo con la passione della sua pittura e del colore, di cui è visionaria sensibile e vigorosa. Ogni aspetto della vita e della realtà confluisce nel cuore della pittrice e ne viene trasformato in molteplici e inafferrabili lampi cromatici e tonali, fino alla quasi totale dissoluzione dell’esteriorità e del percepibile, divenendo finestra sullo spirito e sul pensiero, sull’anima e sulle emozioni.
VINCENZO CHIAZZA: classico e moderno scultore, lavora i volumi della materia plasmando linee sinuose e morbide tra sogno e surrealismo. Della sua formazione figurativa ha mantenuto il rigore dell’equilibrio formale, l’armonia intrinseca della natura, con un linguaggio contemporaneo che piace per modellato e sensualità.
DANIELE FORTUNA: giovane pittore emergente, già presente in numerosi eventi espositivi di qualità in Italia e all’estero, dialoga con la modernità all’insegna delle nuove tendenze internazionali. Grandi volti, ritratti colti in espressioni fumettistiche e d’impatto, commistioni di tecniche e materiali rendono ogni sua opera un inno alla sperimentazione, con uno sguardo al passato e uno rivolto ai nuovi linguaggi del mondo.
KOICHI HASEGAWA: designer e scultore in legno, onirico e lieve come solo la poesia giapponese sa essere, in perfetta armonia con la natura e l’anima dell’esistenza. Intarsia, assembla, scopre le venature e le parole del legno più pregiato, senza chiodi, viti, espedienti tecnici esterni, ma solamente unendo materiale a materiale, in grandi e piccole visioni della realtà e dell’inconscio, tra metafisica e simbologia orientale.
BEPPE MADAUDO: scultore e pittore e, come accade in questi casi, grande capacità di coniugare il senso della forma con il colore e la visione tridimensionale dei soggetti. Questi nascono dalla fantasia dell’artista che osserva la natura e il mondo con curiosa partecipazione, creando piante, animali, uomini di un mondo esotico e lontano e di culture differenti dalla nostra, in un viaggio nella storia e nelle tradizioni del mondo.
ADRIANA PELLEGRO: interpreta con poesia momenti di vita, creando sculture eleganti e di ottima tecnica, dal gusto modernamente tradizionale, dinamico, vibrante di materia e di luce. Le sue sculture, realizzate con terrecotte di Castellamonte, di Impruneta e con discipline particolari, sono spesso decorate con ossidi e cristalline, trovando una giusta armonia tra decorazione e invenzione artistica.
BRIGITTA ROSSETTI: la vera arte, dicevano gli antichi, è saper far vedere il mondo con occhi diversi. Brigitta Rossetti possiede questo dono e ci mostra con inquietudine e mistero il suo universo interiore, che ogni volta assume i contorni diversi di un paesaggio, un animale, un cielo, mai solamente immagine del reale, ma interiore visione di uno stato d’animo.
ANTONIO SAPORITO: è da ascriversi tra i maggiori artisti contemporanei italiani, per originalità e personalità nel creare sperimentazioni con materiali diversi. Predilige le lastre di alluminio intarsiate con tagli geometrici di precisione assoluta, a creare disegni e caleidoscopi colorati. Inserisce a volte interventi pittorici, come pure altri materiali in sovrapposizione per rendere tridimensionale lo spazio.
GIUSEPPE SINESI: tra simbolismo e surrealismo, negli ultimi lavori il senso di continuità e contiguità della sua pittura si esprime nell’adesione perfetta e ripetuta di più supporti e segni grafici inchiostrati, fino a formare una storia in divenire. Il colore rimane una prerogativa raffinata di Sinesi, trattato ora con disinvolta capacità e mestiere in velature sovrapposte, ora in linee e segni essenziali e sintetici.
GIORGIO TURCHETTI: artista della Galleria Cassiopea di Roma, è come soffio di luce e di colore nella realtà del mondo. Venezia non sarà mai solo una città piena di magia, ma una condizione dello spirito e una dimensione parallela a quella umana, quasi divina. Così pure una costellazione o un sogno ad occhi aperti, costruito con la luminosità dell’immaginazione e del cuore. Fiat Lux, primordiale scintilla dell’uomo e dell’universo, dell’arte e della creatività.

venerdì 22 gennaio 2010

Deserto











Queste foto risalgono a Capodanno 2010, la mia prima esperienza nel Sahara, in una tribù di nomadi.

Il paesaggio immenso, senza confini e l'assenza di vegetazione, il nulla, mi hanno immersa in profonda meditazione, a stretto contatto con la sabbia, così come la possibilità di toccare un cielo blu stellato, di sentire l'odore del fuoco la sera e affacciarmi dalla tenda al sole del mattino.

Deserto come ritorno alle mie origini, ai miei sentimenti più puri, all' allontanamento dei desideri, alla dilatazione del tempo, dove Ora e Qui e nulla è più importante.

Deserto come poter arrivare a un punto zero, poter perdonare, abbandonarsi al ritmo costante della natura dimenticando ciò che è stato e che è superfluo.

Deserto come poter creare senza il frastuono di rumori, colori, essere invasi da una grande pace che è quella dell'uomo che non chiede.

Ho lasicato scorrere il pennello invasa da un amore che non si può spiegare, di terra e sangue, su una grande tela di juta, ho poi unito ai colori la sabbia e i sassi impastando con le mani la sensazione del deserto.

In pochi minuti i nomadi mi hanno raggiunta e divertiti, anche per loro una nuova avventura dipingendo sulla mia tela dromedari e dune di sabbia, con bastoncini di legno, il loro mondo, i loro occhi, mentre io senza paura tratteggiavo il codice indecifrabile di una porta chiamata Islam.

mercoledì 13 gennaio 2010

Killer Point Thagazou













Giungo al tramonto tra queste mura abbandonate mi assale un brivido freddo mentre un venticello gelido muove le foglie e un cane bianco si aggira tra i rifiuti
Ho sentito la paura della morte sola ho girato in questo rudere al tramonto, facendomi coraggio calpestando ossa di cemento guardando i graffiti di altri artisti
Ho dipinto su queste mura un Uomo Di Sangue accanto a una finestra sul mare

Dall'altra parte del muro Killer point,
Buco nero
Ho oltrepassato la soglia e non ero più sola venti uomini in muta a sfidare il mare in un rito solenne a tagliare il confine della vita