venerdì 22 gennaio 2010

Deserto











Queste foto risalgono a Capodanno 2010, la mia prima esperienza nel Sahara, in una tribù di nomadi.

Il paesaggio immenso, senza confini e l'assenza di vegetazione, il nulla, mi hanno immersa in profonda meditazione, a stretto contatto con la sabbia, così come la possibilità di toccare un cielo blu stellato, di sentire l'odore del fuoco la sera e affacciarmi dalla tenda al sole del mattino.

Deserto come ritorno alle mie origini, ai miei sentimenti più puri, all' allontanamento dei desideri, alla dilatazione del tempo, dove Ora e Qui e nulla è più importante.

Deserto come poter arrivare a un punto zero, poter perdonare, abbandonarsi al ritmo costante della natura dimenticando ciò che è stato e che è superfluo.

Deserto come poter creare senza il frastuono di rumori, colori, essere invasi da una grande pace che è quella dell'uomo che non chiede.

Ho lasicato scorrere il pennello invasa da un amore che non si può spiegare, di terra e sangue, su una grande tela di juta, ho poi unito ai colori la sabbia e i sassi impastando con le mani la sensazione del deserto.

In pochi minuti i nomadi mi hanno raggiunta e divertiti, anche per loro una nuova avventura dipingendo sulla mia tela dromedari e dune di sabbia, con bastoncini di legno, il loro mondo, i loro occhi, mentre io senza paura tratteggiavo il codice indecifrabile di una porta chiamata Islam.

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