Ho conosciuto Brigitta Rossetti esattamente 15 mesi fa,il 13 giugno 2007, per scegliere alcune opere per un evento a scopo benefico. Me ne avevano parlato, soprattutto della sua sensibilità verso le tematiche della solidarietà, e me ne avevano parlato principalmente come poetessa. E furono due brevi poesie che lei mi inviò tramite sms a colpirmi. Recitava così “con gli occhi nel mare, per volgersi verso Nippon, il luogo dove nasce il sole”
Ci incontrammo, ebbi modo di vedere il suo curriculum e di sfogliare il catalogo Stelle senza lato, fresco di stampa.
Poi visitai una mostra a Genova, o meglio nell’antico Borgo di Sant’Olcese, al Museo Flavio Roma di Villa Serra.
Aveva esposto lavori in bianco e nero, come i disegni che vedete esposti stasera, di cui dirò più avanti. Credetemi, emanavano un’energia straordinaria. Fui colpito dall’essenzialità delle forme, da questo uso quasi monocromo del colore, con i due opposti bianco-nero che si rincorrono, che esaltava attimi di sospensione rappresentati nelle mille tonalità del grigio che spesso risultano essere indefinite ma che lì mettevano invece in luce tutta la forza espressiva dell’artista, raccontando una realtà nascosta dietro e dentro alle cose, una sorta di visione dell’invisibile.
Sembrava avesse deciso improvvisamente di svelare i suoi segreti,ti dell’anima leonardeschi che l’hanno portata, nell’arco di questi quindici mesi, ad intraprendere con decisione e grande naturalezza un percorso artistico che non esito a definire eccezionale.
Non è facile, in un periodo in cui ci si rinchiude al mondo cercando sicurezze in maniera esasperante, saper mettere davanti agli occhi di tutti interiorità, armonia, bellezza. Le opere di Brigitta Rossetti riescono invece ad essere proprio questo.
Lo affermo non in veste, impropria di critico d’arte, neppure in quella più consona di giornalista. Ma da uomo che ritiene che di fronte all’arte bisogna porsi con animo libero, per lasciar fluire le emozioni.
In Brigitta Rossetti, artista piacentina, ritroviamo il lucido legame con i luoghi in cui ama lavorare. Sono luoghi in cui il silenzio si fa potente, lascia parlare il vento e le nuvole, lascia alla forza della terra affermare i cicli della vita, fa del ricordo e dell’immaginazione una costante.
Oggi si fa un grande uso del neologismo del non-luogo, coniato dall’antropologo Marc Augè, ovvero quegli spazi non identitari in cui le persone si incrociano senza relazionarsi mai. Mentre tutta l’opera pittorica di Brigitta Rossetti si muove fortunatamente in controtendenza, affermando la dimensione antropologica di spazi e figure.
In molte sue opere si ritrovano segni che richiamano le prime pitture paleolitiche di Lascaux, fatte dall’uomo circa 15.000 anni fa. Non è immutabilità ma conferma che alla terra, alla forza della natura, alla potenza espressiva dell’uomo va riconosciuto sempre e comunque un valore, che Brigitta Rossetti porta dentro.
Lo possiamo vedere nei due grandi quadri esposti. Ma la serata non si ferma davanti all’opera compiuta, i due quadri ne sono solo un esempio.
La mostra di questa sera è nata con il preciso scopo di superare quel confine spesso invalicabile tra artista e pubblico. Prima parlavo di animo libero, è con questo approccio che va vista l’arte tutta, in particolare quella di Brigitta Rossetti.
Tra artista e spettatore occorre superare la dimensione non-identitataria, è importante che ognuno di noi “legga” cosa vede nell’opera, possa confontare questa lettura con l’artista, in modo che entrambi possano crescere e migliorarsi a vicenda.
Quanti di noi si sono chiesti davanti ad un’opera d’arte: come, dove, quando, quanto avrà lavorato l’artista? Domanda spesso destinata a non avere risposta. Brigitta Rossetti ha deciso di metterlo sotto gli occhi di tutti. Esponendo bozzetti, disegni, segni e strappi del suo lavoro preliminare.
Quello del cammino folle, disordinato, che accompagna la creazione e che in lei da vita ad un disegno essenziale,in cui è concentrata li farà opera compiuta.
Sarebbe interessante, davanti ad ognuno di questi disegni sentire la vostra lettura dei segni, delle immagini….
Ci sono opere più definite, strappi che documentano l'io dell'artista fortemente espresso, che sono qui incorniciate..particolarmente mi piace.....
Ci sono collage, dove un immagine si unisce ad un altra agli strappi su giornale,o a forme più solide come vedete le sculture congelate nel plexiglass
Ci sono macchie in un disegno cosmico di grande energia, come vedete il tappeto magico che contiene tratti primari all'inizio del processo creativo, su cui potrete camminare e sentirvi un tutt'uno con l'opera libera e perchè no iniziare un volo verso mondi sconosciuti e paralleli, come quelli che Brigitta Rossetti raggiunge per poi lasciare nei suoi processi creativi.
Paralleli con il processo della sua esistenza, dove l'anima diventa una, a toccare un senso dell'ignoto universale, e dove l'artista ci prende per mano e ci accompagna.
“La vita stessa è ricerca di un punto fermo. E quando si crede di averlo raggiunto, non si è e non si sa ancora nulla. E bisogna ricominciare a muoversi…è questa l’idea di partenza.”
Queste parole sono di Wim Wenders, un regista che ha fatto del viaggio, del movimento il leit-motiv di quasi tutti i suoi film.
Ho gettato all’aria tra gli appunti, i libri, i ritagli fintanto che ho ritrovato questa riflessione, risalente agli anni di “Paris Texas”, perché spiega, meglio di qualsiasi altro pensiero, la sensazione che ho provato di fronte agli “strappi” di Brigitta Rossetti: l’idea del viaggio, l’essenza del movimento.
Ci incontrammo, ebbi modo di vedere il suo curriculum e di sfogliare il catalogo Stelle senza lato, fresco di stampa.
Poi visitai una mostra a Genova, o meglio nell’antico Borgo di Sant’Olcese, al Museo Flavio Roma di Villa Serra.
Aveva esposto lavori in bianco e nero, come i disegni che vedete esposti stasera, di cui dirò più avanti. Credetemi, emanavano un’energia straordinaria. Fui colpito dall’essenzialità delle forme, da questo uso quasi monocromo del colore, con i due opposti bianco-nero che si rincorrono, che esaltava attimi di sospensione rappresentati nelle mille tonalità del grigio che spesso risultano essere indefinite ma che lì mettevano invece in luce tutta la forza espressiva dell’artista, raccontando una realtà nascosta dietro e dentro alle cose, una sorta di visione dell’invisibile.
Sembrava avesse deciso improvvisamente di svelare i suoi segreti,ti dell’anima leonardeschi che l’hanno portata, nell’arco di questi quindici mesi, ad intraprendere con decisione e grande naturalezza un percorso artistico che non esito a definire eccezionale.
Non è facile, in un periodo in cui ci si rinchiude al mondo cercando sicurezze in maniera esasperante, saper mettere davanti agli occhi di tutti interiorità, armonia, bellezza. Le opere di Brigitta Rossetti riescono invece ad essere proprio questo.
Lo affermo non in veste, impropria di critico d’arte, neppure in quella più consona di giornalista. Ma da uomo che ritiene che di fronte all’arte bisogna porsi con animo libero, per lasciar fluire le emozioni.
In Brigitta Rossetti, artista piacentina, ritroviamo il lucido legame con i luoghi in cui ama lavorare. Sono luoghi in cui il silenzio si fa potente, lascia parlare il vento e le nuvole, lascia alla forza della terra affermare i cicli della vita, fa del ricordo e dell’immaginazione una costante.
Oggi si fa un grande uso del neologismo del non-luogo, coniato dall’antropologo Marc Augè, ovvero quegli spazi non identitari in cui le persone si incrociano senza relazionarsi mai. Mentre tutta l’opera pittorica di Brigitta Rossetti si muove fortunatamente in controtendenza, affermando la dimensione antropologica di spazi e figure.
In molte sue opere si ritrovano segni che richiamano le prime pitture paleolitiche di Lascaux, fatte dall’uomo circa 15.000 anni fa. Non è immutabilità ma conferma che alla terra, alla forza della natura, alla potenza espressiva dell’uomo va riconosciuto sempre e comunque un valore, che Brigitta Rossetti porta dentro.
Lo possiamo vedere nei due grandi quadri esposti. Ma la serata non si ferma davanti all’opera compiuta, i due quadri ne sono solo un esempio.
La mostra di questa sera è nata con il preciso scopo di superare quel confine spesso invalicabile tra artista e pubblico. Prima parlavo di animo libero, è con questo approccio che va vista l’arte tutta, in particolare quella di Brigitta Rossetti.
Tra artista e spettatore occorre superare la dimensione non-identitataria, è importante che ognuno di noi “legga” cosa vede nell’opera, possa confontare questa lettura con l’artista, in modo che entrambi possano crescere e migliorarsi a vicenda.
Quanti di noi si sono chiesti davanti ad un’opera d’arte: come, dove, quando, quanto avrà lavorato l’artista? Domanda spesso destinata a non avere risposta. Brigitta Rossetti ha deciso di metterlo sotto gli occhi di tutti. Esponendo bozzetti, disegni, segni e strappi del suo lavoro preliminare.
Quello del cammino folle, disordinato, che accompagna la creazione e che in lei da vita ad un disegno essenziale,in cui è concentrata li farà opera compiuta.
Sarebbe interessante, davanti ad ognuno di questi disegni sentire la vostra lettura dei segni, delle immagini….
Ci sono opere più definite, strappi che documentano l'io dell'artista fortemente espresso, che sono qui incorniciate..particolarmente mi piace.....
Ci sono collage, dove un immagine si unisce ad un altra agli strappi su giornale,o a forme più solide come vedete le sculture congelate nel plexiglass
Ci sono macchie in un disegno cosmico di grande energia, come vedete il tappeto magico che contiene tratti primari all'inizio del processo creativo, su cui potrete camminare e sentirvi un tutt'uno con l'opera libera e perchè no iniziare un volo verso mondi sconosciuti e paralleli, come quelli che Brigitta Rossetti raggiunge per poi lasciare nei suoi processi creativi.
Paralleli con il processo della sua esistenza, dove l'anima diventa una, a toccare un senso dell'ignoto universale, e dove l'artista ci prende per mano e ci accompagna.
“La vita stessa è ricerca di un punto fermo. E quando si crede di averlo raggiunto, non si è e non si sa ancora nulla. E bisogna ricominciare a muoversi…è questa l’idea di partenza.”
Queste parole sono di Wim Wenders, un regista che ha fatto del viaggio, del movimento il leit-motiv di quasi tutti i suoi film.
Ho gettato all’aria tra gli appunti, i libri, i ritagli fintanto che ho ritrovato questa riflessione, risalente agli anni di “Paris Texas”, perché spiega, meglio di qualsiasi altro pensiero, la sensazione che ho provato di fronte agli “strappi” di Brigitta Rossetti: l’idea del viaggio, l’essenza del movimento.
Il viaggio a ritroso nelle sue opere che si riesce a fare attraverso questi “strappi”; bozzetti, segni appena accennati, solo un colore (il nero) da cui Brigitta parte per intraprendere il viaggio che la porterà a realizzare l’opera d’arte, compiuta, quasi sempre di grande formato.
Gli schizzi e i bozzetti di questa esposizione sono come la goccia che diventa mare, vasto e infinito.
Non credo esista modo più tangibile per comprendere la storia di un’opera d’arte che questo, scelto da Brigitta Rossetti, in cui l’artista accetta di mettere a nudo la sua anima, i suoi pensieri, le sue emozioni, attraverso segni facilmente decifrabili ad uno sguardo attento.
Per poi arrivare al lavoro finito, in queste due tele...una meta da raggiungere e una calamità del destino da superare, finally you come un senso da comprendere e da oltrepassare sempre.
In questo incontro è visibile tutto il processo creativo che compone un alfabeto di immagini, fatto di simboli e ideogrammi,che disvela la dimensione più intima dell’artista.
Può apparire incompiutezza, probabilmente lo è, ma collocata in un grandioso affresco di libertà e movimento.
Brigitta Rossetti dunque, poetessa, pittrice e artista poliedrica, lavora principalmente tra Chicago, all'interno del Zhou Brothers Art Center, Milano e Salisburgo dove collabora con artisti non solo nell'ambito della pittura, ma anche nell ambito di altre discipline artistiche, come l'istallazione, la scultura e il video.
L'artista, nonostante la giovane età, è già presente nell'Enciclopedia degli autori Italiani a cura di Ali penna d'autore, come poetessa.
E come pittrice ha ottenuto molti consensi dalla critica e quest'anno ha vinto il terzo premio al concorso Arte Italia.
Siamo arrivati ai ringraziamenti. Di cuore a Sara Bramani Araldi, direttore artistico di questo evento; a Kristina Snaider, direttore artistico di Ars Italica, dove andranno queste due opere, in vendita; ad Amar che da qualche mese conosce l'arte di Brigitta e l'ha invitata qui come ospite d'onore, e allo staff del Noon.
Gli schizzi e i bozzetti di questa esposizione sono come la goccia che diventa mare, vasto e infinito.
Non credo esista modo più tangibile per comprendere la storia di un’opera d’arte che questo, scelto da Brigitta Rossetti, in cui l’artista accetta di mettere a nudo la sua anima, i suoi pensieri, le sue emozioni, attraverso segni facilmente decifrabili ad uno sguardo attento.
Per poi arrivare al lavoro finito, in queste due tele...una meta da raggiungere e una calamità del destino da superare, finally you come un senso da comprendere e da oltrepassare sempre.
In questo incontro è visibile tutto il processo creativo che compone un alfabeto di immagini, fatto di simboli e ideogrammi,che disvela la dimensione più intima dell’artista.
Può apparire incompiutezza, probabilmente lo è, ma collocata in un grandioso affresco di libertà e movimento.
Brigitta Rossetti dunque, poetessa, pittrice e artista poliedrica, lavora principalmente tra Chicago, all'interno del Zhou Brothers Art Center, Milano e Salisburgo dove collabora con artisti non solo nell'ambito della pittura, ma anche nell ambito di altre discipline artistiche, come l'istallazione, la scultura e il video.
L'artista, nonostante la giovane età, è già presente nell'Enciclopedia degli autori Italiani a cura di Ali penna d'autore, come poetessa.
E come pittrice ha ottenuto molti consensi dalla critica e quest'anno ha vinto il terzo premio al concorso Arte Italia.
Siamo arrivati ai ringraziamenti. Di cuore a Sara Bramani Araldi, direttore artistico di questo evento; a Kristina Snaider, direttore artistico di Ars Italica, dove andranno queste due opere, in vendita; ad Amar che da qualche mese conosce l'arte di Brigitta e l'ha invitata qui come ospite d'onore, e allo staff del Noon.
Luigi Franchi