Il mio interesse, fin da piccola, era per il disegno, il colore, la musica e la poesia.
Vivendo in campagna, quindi con poche possibilità di contatto quotidiano, il divertimento era legato agli oggetti che mi circondavano, quelli comuni che si trovano in ogni casa di campagna, pezzi di legno, foglie, terra che assemblavo ai giocattoli, da me smontati, per ricrearne di “nuovi e strani” partendo, che so, da un trenino a cui toglievo le ruote, per farlo diventare una nave he navigava su un mare immenso di foglie. Mentre alle bambole toglievo i vestiti per scrivere e disegnare sulle fodere.
Mi piaceva allora come adesso camminare per i boschi della mia campagna, soprattutto in primavera quanto il risveglio della natura lo puoi toccare e vedere.
I primi fiori e le foglie fresche in primavera, come l’erba bagnata e le cortecce in autunno diventavano gli strumenti con cui disegnavo e coloravo fogli grandi e piccoli.
Ero intimorita dai ragni e, insieme a mia cugina, li affogavo nell'acqua.
Il ragno era il mostro del bosco capace di catturare gli insetti e di divorarli, nella sua subdola tela, per me privazione della libertà e della vita.