
mercoledì 24 marzo 2010
venerdì 19 febbraio 2010
Museo a Grazzano Visconti inaugura con Brigitta Rossetti

Un viaggio nella memoria
Può sorprendere che un’artista, il cui futuro è inevitabilmente proiettato in una dimensione internazionale, introduca nella sua carriera un ciclo di opere legate alla storia locale. Ma non in questo caso che invece esprime al meglio la matrice che sta alla base del lavoro di Brigitta Rossetti: il luogo.
Nei quadri che accompagnano la felice intuizione di Stefano Frontini di dar vita, attraverso opere in cera, ad un museo della storia piacentina coniugandolo all’arte contemporanea, ritroviamo il lucido legame che Brigitta ha con i luoghi in cui ama lavorare.
Sono luoghi in cui il silenzio si fa potente, lascia parlare il vento e le nuvole, lascia alla forza della terra affermare i cicli della vita, fa del ricordo e dell’immaginazione una costante.
Un’identità che si legge nel ciclo dei “guerrieri” che Brigitta ha realizzato dove i volti sono appena accennati nella loro grazia, i corpi che si fanno possenti sembrano gonfiati dal vento, i tratti e i colori riportano alla terra, luogo d’origine della vita in tutte le sue forme.
In alcune di queste opere si ritrovano segni che richiamano le prime pitture paleolitiche di Lascaux, fatte dall’uomo circa 15.000 anni fa. Non è immutabilità ma conferma che alla terra, alla forza della natura, alla potenza espressiva dell’uomo va riconosciuto sempre e comunque un valore, che Brigitta Rossetti porta dentro.
In questo ciclo pittorico diventa evidente come l’uomo, un popolo continuino a vivere anche dopo la loro stessa vita, il loro percorso storico; questo avviene quando la loro forza lascia il segno, trasformandosi in mito e idea, che si fanno memoria.
Questa è il vero punto di forza del connubio tra le opere di Brigitta Rossetti e il museo che le ospita. E’ un viaggio nella memoria, quella antica che bisogna proteggere, che non si può disperdere, che ci ricorda il nostro ruolo qui, su questa terra.
Le opere oggetto di questa ricerca presentano un contenuto prepotentemente atmosferico, dove una forza di gravità soprannaturale tiene sospeso un messaggio, come se l’affermazione di Leonardo da Vinci che “il pittore è padrone di tutte le cose” qui trovasse il suo preciso riscontro.
L’artista domina i suoi guerrieri, li veste con i colori della terra, gli infonde, pulsante, l’energia positiva del messaggio che gli vuole affidare: dalla terra si raccoglie energia, voglia di vita, e alla terra dobbiamo guardare se vogliamo che il mondo, tutto il mondo torni ad essere un mondo migliore.
Luigi Franchi
Può sorprendere che un’artista, il cui futuro è inevitabilmente proiettato in una dimensione internazionale, introduca nella sua carriera un ciclo di opere legate alla storia locale. Ma non in questo caso che invece esprime al meglio la matrice che sta alla base del lavoro di Brigitta Rossetti: il luogo.
Nei quadri che accompagnano la felice intuizione di Stefano Frontini di dar vita, attraverso opere in cera, ad un museo della storia piacentina coniugandolo all’arte contemporanea, ritroviamo il lucido legame che Brigitta ha con i luoghi in cui ama lavorare.
Sono luoghi in cui il silenzio si fa potente, lascia parlare il vento e le nuvole, lascia alla forza della terra affermare i cicli della vita, fa del ricordo e dell’immaginazione una costante.
Un’identità che si legge nel ciclo dei “guerrieri” che Brigitta ha realizzato dove i volti sono appena accennati nella loro grazia, i corpi che si fanno possenti sembrano gonfiati dal vento, i tratti e i colori riportano alla terra, luogo d’origine della vita in tutte le sue forme.
In alcune di queste opere si ritrovano segni che richiamano le prime pitture paleolitiche di Lascaux, fatte dall’uomo circa 15.000 anni fa. Non è immutabilità ma conferma che alla terra, alla forza della natura, alla potenza espressiva dell’uomo va riconosciuto sempre e comunque un valore, che Brigitta Rossetti porta dentro.
In questo ciclo pittorico diventa evidente come l’uomo, un popolo continuino a vivere anche dopo la loro stessa vita, il loro percorso storico; questo avviene quando la loro forza lascia il segno, trasformandosi in mito e idea, che si fanno memoria.
Questa è il vero punto di forza del connubio tra le opere di Brigitta Rossetti e il museo che le ospita. E’ un viaggio nella memoria, quella antica che bisogna proteggere, che non si può disperdere, che ci ricorda il nostro ruolo qui, su questa terra.
Le opere oggetto di questa ricerca presentano un contenuto prepotentemente atmosferico, dove una forza di gravità soprannaturale tiene sospeso un messaggio, come se l’affermazione di Leonardo da Vinci che “il pittore è padrone di tutte le cose” qui trovasse il suo preciso riscontro.
L’artista domina i suoi guerrieri, li veste con i colori della terra, gli infonde, pulsante, l’energia positiva del messaggio che gli vuole affidare: dalla terra si raccoglie energia, voglia di vita, e alla terra dobbiamo guardare se vogliamo che il mondo, tutto il mondo torni ad essere un mondo migliore.
Luigi Franchi
venerdì 12 febbraio 2010
martedì 9 febbraio 2010
martedì 2 febbraio 2010
La forma e il sogno - Praga, dal 4 al 28 febbraio 2010
ITALIA ARTE PRESENTA LA MOSTRA
“LA FORMA E IL SOGNO”
4 - 28 febbraio 2010
GALLERIA BREHOVA - PRAGA
CON IL PATROCINIO DELL’ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI PRAGA
MAIN SPONSOR: GEODIS WILSON ITALIA S.P.A.
L’Associazione Culturale Galleria Folco e la rivista mensile “Italia Arte, il meglio della cultura e del Made in Italy”, con il Patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Praga, organizzano la mostra “La forma e il sogno”, dal 4 al 28 febbraio 2010 nei prestigiosi spazi della Galleria Brehova, situata a Praga 1, quartiere storico della capitale della Repubblica Ceca, situata nella zona monumentale del medioevale Ponte Carlo, del Cimitero ebraico, della Filarmonica Nazionale e dei principali tesori architettonici e storici cittadini.
LA MOSTRA
La mostra presenterà una selezione di pittori e scultori contemporanei, proseguendo il percorso ormai pluriennale di collaborazione e scambio culturale e artistico tra Italia e Repubblica Ceca, organizzato e promosso da “Italia Arte”. Gli artisti presenti in mostra saranno Adriana Isabel Acquisto, Guido Botta, Marinella Carubelli della Galleria Cassiopea di Roma, Vincenzo Chiazza, Daniele Fortuna, Koichi Hasegawa, Beppe Madaudo, Adriana Pellegro, Brigitta Rossetti, Antonio Saporito, Giuseppe Sinesi e Giorgio Turchetti della Galleria Cassiopea di Roma.
ADRIANA ISABEL ACQUISTO: è scultrice raffinata e intensa. Originaria di Rosario, Argentina, è in Italia da molti anni e ha partecipato a mostre internazionali di rilievo. Le sue tematiche principali riguardano la società, l’uomo e l’ambiente, specchiati in volti e forme di inusuale potenza espressiva e di forte simbolismo.
GUIDO BOTTA: l’artista è il Maestro delle Langhe piemontesi, ma non solo. Nelle sue opere, curate dall’Associazione Culturale Guido Botta, presieduta dalla Dottoressa Anna Giulia Sacchi, trovano risalto paesaggi e atmosfere della sua terra, ma anche soggetti e personaggi tipici delle sue ambientazioni intime e private, rese con dolcezza e tocco personalissimo. Anche grande interprete dell’acquerello, Guido Botta utilizza il colore e la luce come forma costruttiva e dinamica.
MARINELLA CARUBELLI: artista della Galleria Cassiopea di Roma, vede il mondo con la passione della sua pittura e del colore, di cui è visionaria sensibile e vigorosa. Ogni aspetto della vita e della realtà confluisce nel cuore della pittrice e ne viene trasformato in molteplici e inafferrabili lampi cromatici e tonali, fino alla quasi totale dissoluzione dell’esteriorità e del percepibile, divenendo finestra sullo spirito e sul pensiero, sull’anima e sulle emozioni.
VINCENZO CHIAZZA: classico e moderno scultore, lavora i volumi della materia plasmando linee sinuose e morbide tra sogno e surrealismo. Della sua formazione figurativa ha mantenuto il rigore dell’equilibrio formale, l’armonia intrinseca della natura, con un linguaggio contemporaneo che piace per modellato e sensualità.
DANIELE FORTUNA: giovane pittore emergente, già presente in numerosi eventi espositivi di qualità in Italia e all’estero, dialoga con la modernità all’insegna delle nuove tendenze internazionali. Grandi volti, ritratti colti in espressioni fumettistiche e d’impatto, commistioni di tecniche e materiali rendono ogni sua opera un inno alla sperimentazione, con uno sguardo al passato e uno rivolto ai nuovi linguaggi del mondo.
KOICHI HASEGAWA: designer e scultore in legno, onirico e lieve come solo la poesia giapponese sa essere, in perfetta armonia con la natura e l’anima dell’esistenza. Intarsia, assembla, scopre le venature e le parole del legno più pregiato, senza chiodi, viti, espedienti tecnici esterni, ma solamente unendo materiale a materiale, in grandi e piccole visioni della realtà e dell’inconscio, tra metafisica e simbologia orientale.
BEPPE MADAUDO: scultore e pittore e, come accade in questi casi, grande capacità di coniugare il senso della forma con il colore e la visione tridimensionale dei soggetti. Questi nascono dalla fantasia dell’artista che osserva la natura e il mondo con curiosa partecipazione, creando piante, animali, uomini di un mondo esotico e lontano e di culture differenti dalla nostra, in un viaggio nella storia e nelle tradizioni del mondo.
ADRIANA PELLEGRO: interpreta con poesia momenti di vita, creando sculture eleganti e di ottima tecnica, dal gusto modernamente tradizionale, dinamico, vibrante di materia e di luce. Le sue sculture, realizzate con terrecotte di Castellamonte, di Impruneta e con discipline particolari, sono spesso decorate con ossidi e cristalline, trovando una giusta armonia tra decorazione e invenzione artistica.
BRIGITTA ROSSETTI: la vera arte, dicevano gli antichi, è saper far vedere il mondo con occhi diversi. Brigitta Rossetti possiede questo dono e ci mostra con inquietudine e mistero il suo universo interiore, che ogni volta assume i contorni diversi di un paesaggio, un animale, un cielo, mai solamente immagine del reale, ma interiore visione di uno stato d’animo.
ANTONIO SAPORITO: è da ascriversi tra i maggiori artisti contemporanei italiani, per originalità e personalità nel creare sperimentazioni con materiali diversi. Predilige le lastre di alluminio intarsiate con tagli geometrici di precisione assoluta, a creare disegni e caleidoscopi colorati. Inserisce a volte interventi pittorici, come pure altri materiali in sovrapposizione per rendere tridimensionale lo spazio.
GIUSEPPE SINESI: tra simbolismo e surrealismo, negli ultimi lavori il senso di continuità e contiguità della sua pittura si esprime nell’adesione perfetta e ripetuta di più supporti e segni grafici inchiostrati, fino a formare una storia in divenire. Il colore rimane una prerogativa raffinata di Sinesi, trattato ora con disinvolta capacità e mestiere in velature sovrapposte, ora in linee e segni essenziali e sintetici.
GIORGIO TURCHETTI: artista della Galleria Cassiopea di Roma, è come soffio di luce e di colore nella realtà del mondo. Venezia non sarà mai solo una città piena di magia, ma una condizione dello spirito e una dimensione parallela a quella umana, quasi divina. Così pure una costellazione o un sogno ad occhi aperti, costruito con la luminosità dell’immaginazione e del cuore. Fiat Lux, primordiale scintilla dell’uomo e dell’universo, dell’arte e della creatività.
“LA FORMA E IL SOGNO”
4 - 28 febbraio 2010
GALLERIA BREHOVA - PRAGA
CON IL PATROCINIO DELL’ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI PRAGA
MAIN SPONSOR: GEODIS WILSON ITALIA S.P.A.
L’Associazione Culturale Galleria Folco e la rivista mensile “Italia Arte, il meglio della cultura e del Made in Italy”, con il Patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Praga, organizzano la mostra “La forma e il sogno”, dal 4 al 28 febbraio 2010 nei prestigiosi spazi della Galleria Brehova, situata a Praga 1, quartiere storico della capitale della Repubblica Ceca, situata nella zona monumentale del medioevale Ponte Carlo, del Cimitero ebraico, della Filarmonica Nazionale e dei principali tesori architettonici e storici cittadini.
LA MOSTRA
La mostra presenterà una selezione di pittori e scultori contemporanei, proseguendo il percorso ormai pluriennale di collaborazione e scambio culturale e artistico tra Italia e Repubblica Ceca, organizzato e promosso da “Italia Arte”. Gli artisti presenti in mostra saranno Adriana Isabel Acquisto, Guido Botta, Marinella Carubelli della Galleria Cassiopea di Roma, Vincenzo Chiazza, Daniele Fortuna, Koichi Hasegawa, Beppe Madaudo, Adriana Pellegro, Brigitta Rossetti, Antonio Saporito, Giuseppe Sinesi e Giorgio Turchetti della Galleria Cassiopea di Roma.
ADRIANA ISABEL ACQUISTO: è scultrice raffinata e intensa. Originaria di Rosario, Argentina, è in Italia da molti anni e ha partecipato a mostre internazionali di rilievo. Le sue tematiche principali riguardano la società, l’uomo e l’ambiente, specchiati in volti e forme di inusuale potenza espressiva e di forte simbolismo.
GUIDO BOTTA: l’artista è il Maestro delle Langhe piemontesi, ma non solo. Nelle sue opere, curate dall’Associazione Culturale Guido Botta, presieduta dalla Dottoressa Anna Giulia Sacchi, trovano risalto paesaggi e atmosfere della sua terra, ma anche soggetti e personaggi tipici delle sue ambientazioni intime e private, rese con dolcezza e tocco personalissimo. Anche grande interprete dell’acquerello, Guido Botta utilizza il colore e la luce come forma costruttiva e dinamica.
MARINELLA CARUBELLI: artista della Galleria Cassiopea di Roma, vede il mondo con la passione della sua pittura e del colore, di cui è visionaria sensibile e vigorosa. Ogni aspetto della vita e della realtà confluisce nel cuore della pittrice e ne viene trasformato in molteplici e inafferrabili lampi cromatici e tonali, fino alla quasi totale dissoluzione dell’esteriorità e del percepibile, divenendo finestra sullo spirito e sul pensiero, sull’anima e sulle emozioni.
VINCENZO CHIAZZA: classico e moderno scultore, lavora i volumi della materia plasmando linee sinuose e morbide tra sogno e surrealismo. Della sua formazione figurativa ha mantenuto il rigore dell’equilibrio formale, l’armonia intrinseca della natura, con un linguaggio contemporaneo che piace per modellato e sensualità.
DANIELE FORTUNA: giovane pittore emergente, già presente in numerosi eventi espositivi di qualità in Italia e all’estero, dialoga con la modernità all’insegna delle nuove tendenze internazionali. Grandi volti, ritratti colti in espressioni fumettistiche e d’impatto, commistioni di tecniche e materiali rendono ogni sua opera un inno alla sperimentazione, con uno sguardo al passato e uno rivolto ai nuovi linguaggi del mondo.
KOICHI HASEGAWA: designer e scultore in legno, onirico e lieve come solo la poesia giapponese sa essere, in perfetta armonia con la natura e l’anima dell’esistenza. Intarsia, assembla, scopre le venature e le parole del legno più pregiato, senza chiodi, viti, espedienti tecnici esterni, ma solamente unendo materiale a materiale, in grandi e piccole visioni della realtà e dell’inconscio, tra metafisica e simbologia orientale.
BEPPE MADAUDO: scultore e pittore e, come accade in questi casi, grande capacità di coniugare il senso della forma con il colore e la visione tridimensionale dei soggetti. Questi nascono dalla fantasia dell’artista che osserva la natura e il mondo con curiosa partecipazione, creando piante, animali, uomini di un mondo esotico e lontano e di culture differenti dalla nostra, in un viaggio nella storia e nelle tradizioni del mondo.
ADRIANA PELLEGRO: interpreta con poesia momenti di vita, creando sculture eleganti e di ottima tecnica, dal gusto modernamente tradizionale, dinamico, vibrante di materia e di luce. Le sue sculture, realizzate con terrecotte di Castellamonte, di Impruneta e con discipline particolari, sono spesso decorate con ossidi e cristalline, trovando una giusta armonia tra decorazione e invenzione artistica.
BRIGITTA ROSSETTI: la vera arte, dicevano gli antichi, è saper far vedere il mondo con occhi diversi. Brigitta Rossetti possiede questo dono e ci mostra con inquietudine e mistero il suo universo interiore, che ogni volta assume i contorni diversi di un paesaggio, un animale, un cielo, mai solamente immagine del reale, ma interiore visione di uno stato d’animo.
ANTONIO SAPORITO: è da ascriversi tra i maggiori artisti contemporanei italiani, per originalità e personalità nel creare sperimentazioni con materiali diversi. Predilige le lastre di alluminio intarsiate con tagli geometrici di precisione assoluta, a creare disegni e caleidoscopi colorati. Inserisce a volte interventi pittorici, come pure altri materiali in sovrapposizione per rendere tridimensionale lo spazio.
GIUSEPPE SINESI: tra simbolismo e surrealismo, negli ultimi lavori il senso di continuità e contiguità della sua pittura si esprime nell’adesione perfetta e ripetuta di più supporti e segni grafici inchiostrati, fino a formare una storia in divenire. Il colore rimane una prerogativa raffinata di Sinesi, trattato ora con disinvolta capacità e mestiere in velature sovrapposte, ora in linee e segni essenziali e sintetici.
GIORGIO TURCHETTI: artista della Galleria Cassiopea di Roma, è come soffio di luce e di colore nella realtà del mondo. Venezia non sarà mai solo una città piena di magia, ma una condizione dello spirito e una dimensione parallela a quella umana, quasi divina. Così pure una costellazione o un sogno ad occhi aperti, costruito con la luminosità dell’immaginazione e del cuore. Fiat Lux, primordiale scintilla dell’uomo e dell’universo, dell’arte e della creatività.
venerdì 29 gennaio 2010
venerdì 22 gennaio 2010
Deserto




Queste foto risalgono a Capodanno 2010, la mia prima esperienza nel Sahara, in una tribù di nomadi.
Il paesaggio immenso, senza confini e l'assenza di vegetazione, il nulla, mi hanno immersa in profonda meditazione, a stretto contatto con la sabbia, così come la possibilità di toccare un cielo blu stellato, di sentire l'odore del fuoco la sera e affacciarmi dalla tenda al sole del mattino.
Deserto come ritorno alle mie origini, ai miei sentimenti più puri, all' allontanamento dei desideri, alla dilatazione del tempo, dove Ora e Qui e nulla è più importante.
Deserto come poter arrivare a un punto zero, poter perdonare, abbandonarsi al ritmo costante della natura dimenticando ciò che è stato e che è superfluo.
Deserto come poter creare senza il frastuono di rumori, colori, essere invasi da una grande pace che è quella dell'uomo che non chiede.
Ho lasicato scorrere il pennello invasa da un amore che non si può spiegare, di terra e sangue, su una grande tela di juta, ho poi unito ai colori la sabbia e i sassi impastando con le mani la sensazione del deserto.
In pochi minuti i nomadi mi hanno raggiunta e divertiti, anche per loro una nuova avventura dipingendo sulla mia tela dromedari e dune di sabbia, con bastoncini di legno, il loro mondo, i loro occhi, mentre io senza paura tratteggiavo il codice indecifrabile di una porta chiamata Islam.
Il paesaggio immenso, senza confini e l'assenza di vegetazione, il nulla, mi hanno immersa in profonda meditazione, a stretto contatto con la sabbia, così come la possibilità di toccare un cielo blu stellato, di sentire l'odore del fuoco la sera e affacciarmi dalla tenda al sole del mattino.
Deserto come ritorno alle mie origini, ai miei sentimenti più puri, all' allontanamento dei desideri, alla dilatazione del tempo, dove Ora e Qui e nulla è più importante.
Deserto come poter arrivare a un punto zero, poter perdonare, abbandonarsi al ritmo costante della natura dimenticando ciò che è stato e che è superfluo.
Deserto come poter creare senza il frastuono di rumori, colori, essere invasi da una grande pace che è quella dell'uomo che non chiede.
Ho lasicato scorrere il pennello invasa da un amore che non si può spiegare, di terra e sangue, su una grande tela di juta, ho poi unito ai colori la sabbia e i sassi impastando con le mani la sensazione del deserto.
In pochi minuti i nomadi mi hanno raggiunta e divertiti, anche per loro una nuova avventura dipingendo sulla mia tela dromedari e dune di sabbia, con bastoncini di legno, il loro mondo, i loro occhi, mentre io senza paura tratteggiavo il codice indecifrabile di una porta chiamata Islam.
mercoledì 13 gennaio 2010
Killer Point Thagazou





Giungo al tramonto tra queste mura abbandonate mi assale un brivido freddo mentre un venticello gelido muove le foglie e un cane bianco si aggira tra i rifiuti
Ho sentito la paura della morte sola ho girato in questo rudere al tramonto, facendomi coraggio calpestando ossa di cemento guardando i graffiti di altri artisti
Ho dipinto su queste mura un Uomo Di Sangue accanto a una finestra sul mare
Dall'altra parte del muro Killer point,
Buco nero
Ho oltrepassato la soglia e non ero più sola venti uomini in muta a sfidare il mare in un rito solenne a tagliare il confine della vita
Ho dipinto su queste mura un Uomo Di Sangue accanto a una finestra sul mare
Dall'altra parte del muro Killer point,
Buco nero
Ho oltrepassato la soglia e non ero più sola venti uomini in muta a sfidare il mare in un rito solenne a tagliare il confine della vita
venerdì 11 dicembre 2009
“Entering the Obsession”, quarto premio per "istallazioni" alla Biennale Internazionale dell’Arte Contemporanea di Firenze
“L’arte deve disturbare. La scienza deve rassicurare.” Lo scriveva George Braque e questa frase sintetizza al meglio la creazione dell’opera che Brigitta Rossetti ha scelto di presentare alla Biennale di Firenze: il titolo dell’istallazione è Entering the obsession.
L’obiettivo duplice: l’inizio di un viaggio che potrà condurre alla scoperta come alla sconfitta, attraverso un percorso dall’esperienza visibile comune al mondo intellettivo ed intellegibile individuale; la necessità dell’artista di sensibilizzare su uno dei mali più sottili dei nostri anni, l’ossessione appunto.
L’istallazione racchiude più opere e più tecniche in un’unica imponente rappresentazione, come a voler dare libertà alla poliedricità dei suoi metodi di lavoro e di passione: pittura, videoinstallazione, scultura, poesia in un insieme di segni, gli stessi che richiamano un paragone, forse arduo ma azzeccato, con un’affermazione di Eraclito, “non sarebbe affatto meglio se le cose andassero come gli uomini desiderano. A meno che non ti aspetti l’imprevedibile, non troverai mai la verità, perché è arduo scoprirla e arduo realizzarla. La natura ama nascondersi. L’oracolo di Delphi non parla né nasconde: dà semplicemente dei segni”.
L’obiettivo duplice: l’inizio di un viaggio che potrà condurre alla scoperta come alla sconfitta, attraverso un percorso dall’esperienza visibile comune al mondo intellettivo ed intellegibile individuale; la necessità dell’artista di sensibilizzare su uno dei mali più sottili dei nostri anni, l’ossessione appunto.
L’istallazione racchiude più opere e più tecniche in un’unica imponente rappresentazione, come a voler dare libertà alla poliedricità dei suoi metodi di lavoro e di passione: pittura, videoinstallazione, scultura, poesia in un insieme di segni, gli stessi che richiamano un paragone, forse arduo ma azzeccato, con un’affermazione di Eraclito, “non sarebbe affatto meglio se le cose andassero come gli uomini desiderano. A meno che non ti aspetti l’imprevedibile, non troverai mai la verità, perché è arduo scoprirla e arduo realizzarla. La natura ama nascondersi. L’oracolo di Delphi non parla né nasconde: dà semplicemente dei segni”.
Entering the obsession è il frutto di un lavoro dove Brigitta Rossetti si è misurata con il suo passato, con le esperienze che quotidianamente si presentano ai nostri occhi a cui non prestiamo la giusta attenzione, con persone che l’ossessione l’hanno vissuta direttamente o la affrontano per motivi professionali e umanitari, con le tante piccole o grandi monomanie che condizionano la vita quotidiana delle persone, come il fumo, l’ordine compulsivo ecc…
Un affresco corale, che parte da un dipinto, in acrilico su tela, che presenta, si legge nel testo critico della psicologa Alessandra Locatelli, “la condizione umana nella sua completa fragilità: la sagoma è nuda, indifesa, privata anche della maschera protettiva dei capelli, e sola. La scelta cromatica graffia il bianco ed il nero scoprendo un imprevisto verde, un’aurea di linfa vitale, un anelito generativo di nuova vita, tuttavia non eterno, caduco, sottoposto al tempo di una clessidra.”
Alla tela seguono due filmati video, girati e montati dall’artista, che diventano “lenti di ingrandimento sul suo stato interiore, tracce della memoria intima alternate fino a fondersi con la memoria collettiva umana. Il vicolo cieco dell’esistenza ripetuta in gesti che non trovano soddisfazione si stringe sulla condizione dell’oggi, permeata dallo scollamento tra l’io e l’es, entrambi contaminati e governati dal super-io.”
L’impatto è duro e coinvolgente, incanta l’osservatore trascinandolo in una sensazione indefinita ma che, l’artista sa, lo porterà inconsciamente a riflettere sulla condizione dell’ossessione: del corpo, del diverso, della malattia, del comportamento, dell’ossessione stessa.
Il risultato sociale potrebbe essere raggiunto ma il viaggio prosegue, con parametri di lettura diversi, più sensibili e attenti.
Con la terza opera, di nuovo pittorica, l’artista compie “un’immersione nel pensiero, tappa necessaria nel percorso di conoscenza; quasi a seguire la teoria della linea di Platone, affonda il pennello calandosi all’interno della lastra psichica, costruita secondo le dissezioni delle tracce mnestiche dell’uomo, trovandovi paure, contraddizioni, disagi e desideri. Un graffito in cui convergono indizi, tracce, segni, riconducibile alla mappa anatomica dell’attività cerebrale”, per approdare alla quarta sezione dell’istallazione, dove affiora la scultura.
Un intreccio di gomma che identifica, scrive Locatelli, “un cervello, nero, amorfo, illogico, sospeso in un’aggregazione futuristica in plexiglass, cola verso la linea più corta di tre microstrutture che sigillano polvere bianca.”
“Ho voluto unire in un’unica scultura il cervello, quindi il pensiero, e l’anima, bianca ma chiodata, separandoli, in modo che non si possano toccare: mi ricorda l’appeso delle carte della divinazione. È l’incomunicabilità che sottende molte relazioni, ridotte all’idea che ogni attore si fa di essa”, spiega Brigitta Rossetti.
Ma l’opera non si ferma qui e, attraverso l’istallazione, ci si propone di disturbare. Lasciando chi osserva libero. Di fare ciò che l’ossessione nega: decidere.
Ecco allora diversi Moleskine appesi, forma di un processo di coinvolgimento degli spettatori della Biennale, che potranno lasciare segni, parole, graffiti secondo l’emozione del momento. Nel primo Moleskine i disegni di Brigitta Rossetti che, nel lungo sviluppo delle pagine unite, traccia uccelli che si trasformano in lunghe figure umane che ne sorreggono altre che si trasformano in piante e cascate d’acqua, richiamando la natura come luogo per affrontare l’ossessione. Negli altri i testi e i disegni dei visitatori, di altri artisti, tra cui spicca il testo di un fotografo che racconta di “una nuvola di fumo creata da ottanta sigarette, in un grande stanzone squallido, colmo di ottanta anime che perse in un movimento circolare attorno ad una grande colonna posta al centro vagavano lì senza meta... Così mi appariva ventitre anni fa un mondo a me sconosciuto...IL MANICOMIO. Basaglia cinque anni prima aveva abbattuto le porte di quelle stanze senza tempo e senza senso, ma non era riuscito ad abbattere l’invisibile muro che la società aveva costruito per dimenticarsi di quelle ottanta anime...Da allora molto tempo è passato e quelle stanze piene di sofferenza sono state abbattute, e quelle ottanta anime stanno cercando di tornare ad essere persone con una propria dignità ...dignità.... che cancelli dalle loro menti quel movimento circolare ed isterico attorno ad una colonna. Dignità che riesca ad abbattere il muro........il pregiudizio.”
Luigi Franchi
testo critico di Alessandra Locatelli
mercoledì 2 dicembre 2009
Chi è
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Brigitta Rossetti nasce a Piacenza nel 1974. Si laurea in lettere moderne all’Università Degli Studi di Pavia, 110/110, con una tesi sullo studio diacritico dei Promessi Sposi di A. Manzoni con Angelo Stella, conservata alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano.
Si specializza nello studio della comunicazione multimediale, conseguendo il MEM (Master in Editoria Multimediale) presso l’istituto Politecnico di Milano.
Poetessa in origine, è stata selezionata al premio internazionale Ali Penna D’autore, tra i poeti dell’Antologia “Le Migliori Poesie della religione Cristiana” ed ha ricevuto menzioni d’onore e l’inserimento di poesie nell’ Antologia “i Classici Della Letteratura italiana” nel 2008, è inoltre presente nel Dizionario Enciclopedico degli Autori Italiani, a cura di Ali Penna d'Autore edito nel 2009; E' stata anche coautrice del saggio, Investire in Cina, Rubettino Editore,2006 di cui ha curato le premesse culturali.
Pittrice, come naturale evoluzione artistica ha frequentato atelier internazionali e partecipato a workshop, come quelli svolti all’Internazionale Akademie fur Bildende Kunst di Salisburgo con Asta Groting nel 2009, con gli Zhou Brothers “Painting is liberty” e con anna Konik “Medien arbeiten” nel 2008 e all’ Internationale Akademie fur Kunst und Gestaltung di Amburgo con Peter Keiser e Peter Warffemius, nel 2007.
Nel 2008 l’artista ha realizzato il libro-catalogo Stelle Senza Lato edito da MMC Edizioni, con prefazione a cura di Andrea Diprè, un libro in bianco e nero che raccoglie le poesie, gli schizzi, i dipinti dell'artista.
Nel 2009 l'artista è stata invitata a partecipare alla VII Edizione della Biennale di Firenze, dove partecipa con la video installazione Entering the Obsession; artista poliedrica, realizza anche video multimediali, installazioni e sculture con materiali insoliti.
Brigitta Rossetti ha vinto il terzo premio al concorso internazionale Italia Arte, a cura di Guido folco a Torino ed è stata selezionata tra gli artisti vincitori del Premio Ambiente a cura di Donato Conenna a Stresa, nel 2009.
Ha ricevuto l'alto Riconoscimento Martin Luther King 2009, nel mondo dell'arte, delle lettere e delle scienze.
L’artista attualmente lavora a Chicago presso lo Zhou Brothers Art Center.
Si specializza nello studio della comunicazione multimediale, conseguendo il MEM (Master in Editoria Multimediale) presso l’istituto Politecnico di Milano.
Poetessa in origine, è stata selezionata al premio internazionale Ali Penna D’autore, tra i poeti dell’Antologia “Le Migliori Poesie della religione Cristiana” ed ha ricevuto menzioni d’onore e l’inserimento di poesie nell’ Antologia “i Classici Della Letteratura italiana” nel 2008, è inoltre presente nel Dizionario Enciclopedico degli Autori Italiani, a cura di Ali Penna d'Autore edito nel 2009; E' stata anche coautrice del saggio, Investire in Cina, Rubettino Editore,2006 di cui ha curato le premesse culturali.
Pittrice, come naturale evoluzione artistica ha frequentato atelier internazionali e partecipato a workshop, come quelli svolti all’Internazionale Akademie fur Bildende Kunst di Salisburgo con Asta Groting nel 2009, con gli Zhou Brothers “Painting is liberty” e con anna Konik “Medien arbeiten” nel 2008 e all’ Internationale Akademie fur Kunst und Gestaltung di Amburgo con Peter Keiser e Peter Warffemius, nel 2007.
Nel 2008 l’artista ha realizzato il libro-catalogo Stelle Senza Lato edito da MMC Edizioni, con prefazione a cura di Andrea Diprè, un libro in bianco e nero che raccoglie le poesie, gli schizzi, i dipinti dell'artista.
Nel 2009 l'artista è stata invitata a partecipare alla VII Edizione della Biennale di Firenze, dove partecipa con la video installazione Entering the Obsession; artista poliedrica, realizza anche video multimediali, installazioni e sculture con materiali insoliti.
Brigitta Rossetti ha vinto il terzo premio al concorso internazionale Italia Arte, a cura di Guido folco a Torino ed è stata selezionata tra gli artisti vincitori del Premio Ambiente a cura di Donato Conenna a Stresa, nel 2009.
Ha ricevuto l'alto Riconoscimento Martin Luther King 2009, nel mondo dell'arte, delle lettere e delle scienze.
L’artista attualmente lavora a Chicago presso lo Zhou Brothers Art Center.
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